Lunedì 21 e giovedì 24 febbraio si sono tenuti gli ultimi due incontri del progetto formativo “L’Università al Copernico. Lezioni di filosofia” promosso dal Dipartimento di Filosofia e Storia dell’Istituto.
Da alcuni anni il Lliceo “Copernico” propone iniziative che mettono in connessione l’offerta formativa dell'Istituto con la realtà universitaria con l’obiettivo di fornire agli studenti un’occasione di orientamento e di approfondimento di alcuni snodi tematici affrontati nel corso dell’anno.
Le conferenze del 21 e del 24 febbraio erano rivolte alle classi quarte del liceo e sono state un’opportunità per gli studenti di affrontare temi di natura storico-scientifica con l’accuratezza e l’analisi proprie della ricerca universitaria.  
Il relatore del primo dei due incontri è stato Brunello Lotti, docente di Storia della Filosofia Moderna presso l’Università di Udine, che ha presentato la concezione del mondo di Cartesio in un intervento dal titolo “Il mondo di Descartes. Origine e trasmissione del movimento nel meccanicismo cartesiano”. La seconda conferenza, invece, il cui titolo è “Il concetto newtoniano di moto e di forza. Il passaggio da una concezione cinematica del movimento a una dinamica”, è stata tenuta dal Ricercatore in Storia della Scienza e delle Tecniche presso l’Università di Udine Paolo Bussotti, che ha descritto alcuni dei contributi più importanti che Newton ha fornito alla scienza.
La cosmogenesi del filosofo razionalista Renè Descartes(1596-1650) fa risalire l’origine del mondo a un atto di volontà divina: Dio ha creato le particelle, considerate divisibili all’infinito, che successivamente si sono organizzate in strutture più complesse seguendo le leggi della natura e formando, in questo modo, il mondo. Quest’ultimo è una sostanza in sé, è indefinito e la materia occupa tutto lo spazio esistente (pienismo cartesiano). La concezione filosofica di Cartesio è meccanicistica e deterministica, infatti Cartesio sostiene che tutti gli eventi sono determinati in base al moto delle particelle che entrano in contatto tra loro. A livello cosmico, il moto diventa circolare e costituisce quelli che vengono chiamati 'vortici cartesiani', mentre il movimento viene definito 'traslazione relativa ai corpi contigui' e può avvenire solo tramite contatto. La visione del mondo proposta da Cartesio esclude la possibilità che esistano forze, come quella di gravità, che agiscono a distanza: la sua concezione del moto è quindi di tipo puramente cinematico.
Sarà Isaac Newton (1642-1726) che, con l’intenzione di fondare una teoria predittiva, supera le teorie proposte da Cartesio. Newton fornisce preziosi contributi nell’ambito della matematica e della fisica introducendo elementi che costituiscono la base del sistema scientifico utilizzato ai nostri giorni e proposto agli studenti nei licei. Molte delle scoperte e delle definizioni di alcuni concetti di cui Newton usufruisce per descrivere la sua teoria, sono contenute nella sua opera intitolata Philosophiae Naturalis Principia Mathematica, la cui prima edizione è stata pubblicata nel 1687. Essa si suddivide in tre libri: nel primo Newton enuncia i tre assiomi del moto; nel secondo si occupa della dinamica dei fluidi; nel terzo libro tratta il tema della gravitazione universale. A differenza di Cartesio che concepiva la forza di gravità come un effetto meccanico dovuto alla pressione degli strati esterni dei vortici su quelli interni, Newton afferma di non possedere gli strumenti necessari per comprendere come si trasmette la gravità, ma ammette l’esistenza di forze che agiscono a distanza. La descrizione del moto proposta da Newton, dunque, è di tipo dinamico e la sua visione del mondo, nonostante presenti questioni irrisolte o che potrebbero essere contraddette con le attuali conoscenze, risulta decisiva per gli sviluppi scientifici successivi.
Alice Sebastianutto - Classe 4A